martedì 22 agosto 2017

Non ti salveranno…

Senti, caro mio,
ho fatto passare qualche giorno dall’orrore di Barcellona. Per essere più tranquillo io mentre scrivo, e sperare che pure tu lo sia. E che tu possa dunque leggere e comprendere.
Poco conta se sei un po’ fascista o razzista, consapevole o meno. Magari non lo sei e hai solo paura, perché pensi “prima o poi toccherà a noi”.
Confesso, condivido la tua angoscia. Ma cerca di mantenerti lucido: io, da parte mia, farò di tutto per esserlo.
Quel che voglio dirti è che è naturale avere paura e pure domandarsi “che fare?”. Io ho poche certezze e te le regalo.

Non ti salverà Salvini. A lui interessa capitalizzare il momento, in termini elettorali. Io credo sia un uomo scaltro e abile: ha letteralmente rilevato una ditta in fallimento e l’ha riportata sulla cresta dell’onda. Se, con fatica, tralascio gli aspetti etici, devo persino riconoscere che in quell’ottica sta facendo un buon lavoro. Ma ciò che mi preme dirti è: questo suo lavoro non avrà alcuna influenza sulla tua o sulla mia sicurezza.
Non ti salverà insultare Laura Boldrini, anche se ormai le potresti addebitare anche la dermatite del tuo cane. Non ti servirà continuare a insultarla, dicevo, ma se odiarla ti fa stare meglio prosegui pure.
Non ti salveranno le parole di Cangini, che sul Quotidiano Nazionale consiglia il “modello Israele”. Non credere: non dimentica che pure Israele convive da molti anni proprio con paure analoghe. Non gli sfugge neppure che quel “modello” che invoca alimenta da generazioni proprio l’odio che dovrebbe combattere. Anche lui, per altri scopi, è interessato a capitalizzare il momento.

(non dovrebbe neppure essere necessario, ma lo specifico: in questa nostra discussione ti ricordo cose che non fermeranno l’odio, non sono adatte a farlo, e spesso sono menzogne consapevoli della propria inutilità a fermarlo. Questo NON toglie un grammo di riprovazione verso quell’odio. E – sono convinto, almeno su questo concorderai – non mi piace nemmeno chi, di fronte alle stragi, ricorda oggi le bombe americane, come se queste potessero giustificare tagliagole e assassini. No, come ha scritto Alessio in altra occasione, non m’interrogherò sulla scelta fra il colera e il tifo: l’uno non servirà a farmi apparire meno orrendo il secondo.)

Non ti salveranno neppure Sallusti, Sgarbi e compagnia cantante.
In sostanza, non ci aiuterà essere meschini. Guarda, qua non si tratta d’essere “buonisti”, termine orribile che ammazza il buon senso ogni volta che lo si pronuncia. Giungo a dire che, fosse davvero utile, potrei persino prendere in considerazione l’eventualità di diventarlo (meschino, dico). Ma non ci salverà, tutto qui.
Se mi conosci anche solo un po’ saprai che non sono mai stato tenero con forze dell’ordine e servizi. Però stavolta lo dico: sì, forse questi potranno fare qualcosa.

Dunque nulla, o quasi, potranno salvarti o salvarci.
A noi resta il vivere, sapendo che può capitare di morire e di farlo per una causa orrenda, imprevista, atroce. La nostra vera scelta è come proseguire a vivere. Io scelgo (e ti dico e ti consiglio, per quel che vale, di fare altrettanto) di vivere come sempre, sperando che di me si possa almeno dire “non è vissuto da stronzo ed è morto con dignità”.

Forse davvero, in questo modo, potremmo essere fedeli ai “nostri valori”. Che non so bene cosa significhino per te, ma per me significa: non vivere odiando inutilmente, non lasciarsi dominare dalla paura. Non affidarsi alle (o “non fidarsi delle”…) strutture del potere, perché queste pensano solo alla propria autoperpetuazione e a nient’altro.

Francesco “baro” Barilli

giovedì 10 agosto 2017

Il Mare Nero di Alessio Lega

Alessio Lega è un amico.
“Cantautore anarchico”, dicono. Ed è pure vero, eh, però mica so se gli fa piacere essere definito sempre così. Che poi non vorrei diventasse una moda ed emergessero un “poeta socialdemocratico”, uno “scrittore forzista”, il “saldatore leghista”… o, peggio, “l’intellettuale alfaniano” (orrore nell’ossimoro!!!).
Però, anarchico lo è. E questa è pure una cosa che abbiamo in comune. Come il fatto che io e lui ci si incrocia sempre al 20 luglio (dai, sapete bene dove e perché!!!). E altro ancora, ma adesso basta divagare…

Mare Nero è il suo nuovo disco (e io mi sa proprio che li ho tutti!!!). Ed è un disco bello, vario e compatto al tempo stesso.
Vario perché le canzoni sono “ripescate” da vari momenti della sua vita; compatto perché in ogni brano c’è sempre (come negli altri suoi lavori, dico) l’amore per gli ultimi, “gli sfigati”, “i dimenticati” e le pagine di storia ingiustamente dimenticate…

Così, si va da “Ambaradan” (che se uno l’ascolta e poi va avanti a pensare “italiani brava gente” è fesso o peggio) al recupero di “Zolletta” (per Enzo G. Baldoni: che se non mi sbaglio finora era presente solo su un suo vecchio live) fino alle lotte popolari di ieri (“Santa Croce”) e di oggi (“Maddalena di Valsusa”).

Ci sono anche tanti luoghi, in questo cd: l’Abissinia, Lecce, la Valsusa... E tanta Milano: quella di Mario, quella dei viali malinconici del ricordo di Zolletta, quella straniata e straniante delle sue stazioni.

Sarà pure un disco di “ripescaggi”, ma Mare Nero è un disco dannatamente riuscito. Dico di più: un lavoro estremamente maturo, non solo nei testi (che Alessio scriva bene non è una novità), ma pure nella raffinata ricerca musicale. Basti ascoltare le citazioni dal tema di Pinocchio in “Hanno ammazzato il Mario in bicicletta”, o l’arrangiamento tzigano di “Porrajmos”, dove sembra quasi che Alessio voglia non solo “accompagnare” il proprio testo, ma “raccontare anche con la musica”.

Poi ci sta pure la title track, vero inno all’anarchia. Ma di quella non parlo, che sennò rafforzo l’etichetta di cui parlavo all’inizio (“Cantautore anarchico”). E poi perché sennò ci si commuove, e non c’è manco un fazzoletto rosso-nero in giro, quando serve…

Francesco “baro” Barilli