Di commenti sulle amministrative ne avrete letti un bel po’. E ne arriverà un’altra carrettata nei prossimi giorni/settimane...
Quindi sarete stufi... E quindi sarò breve (almeno ci provo) e
schematico. Ovviamente la mia analisi si soffermerà soprattutto sulle
prospettive della sinistra, cui mi sento più vicino (pur con mille dubbi
e distinguo che chi mi conosce sa già, e con cui non è il caso di
annoiare gli altri).
CONTENTI? CERTO!!!!
E questo punto lo
potrei chiudere qui. Poi, chiaro, è una contentezza che va modulata, che
può assumere sfumature diverse, eccetera. Ma il risultato è il migliore
che ci si potesse aspettare, di questi tempi.
BIPOLARISMO E VOTO UTILE
Questa è, almeno per me, una nota dolente. Non starò a spiegare perché
io non sia un fan di bipolarismo e voto utile. Ma un’analisi oggettiva
dice che si tratta di due elementi che esercitano ancora una notevole
attrattiva sull’elettorato. Piaccia o meno, anche a sinistra, e di
questo si dovrà tener conto (anche se, ripeto per non essere frainteso,
sono fra quelli che non ne sono per nulla soddisfatti).
Intendiamoci, la vittoria di candidati “radicali” come Pisapia o De
Magistris è innegabile; e poco conta che per me o altri non siano poi
così radicali: conta che in questo modo siano percepiti. Però ho la
sensazione che le elezioni abbiano premiato i candidati “contro il
centrodestra” nella misura in cui questi si proponevano come alternativa
concreta (leggasi: concreta a livello di possibilità di vittoria) nelle
città interessate dal voto. Per intenderci: Pisapia e De Magistris,
certo, ma anche il “marchionnista” Fassino a Torino, in una città in cui
la sinistra non è debole e certamente è tutto meno che marchionnista.
Mi sembra, in sostanza, che queste elezioni siano state una scoppola
per il centrodestra che è arrivata da qualsiasi coalizione alternativa
(al centrodestra, per l’appunto) che si proponesse con valide
possibilità di vittoria, indipendentemente dalla sua connotazione
“radicale” o moderata.
MA… RADICALI O ANTISISTEMA???
Anche
questo è un bel dubbio. Per carità, Milano non è Napoli, il voto era
amministrativo, estrarre un giudizio complessivo di orientamento
politico non è così immediato come si vorrebbe sperare, fatta salva
l’evidente stanchezza verso Berlusconi e i suoi eccessi, eccetera
eccetera. Infatti ho come la sensazione che, almeno in certe zone, il
voto abbia evidenziato (più che “voglia di radicalità” o “voglia di
sinistra”) proprio “stanchezza verso il sistema”. Così spiego il buon
risultato delle liste 5 stelle e l’exploit di De Magistris, che non a
caso in passato è stato il politico forse più vicino al movimento di
Grillo.
“PICCOLA CITTA’, BASTARDO POSTO…”
Nelle piccole
città (parlo proprio di piccoli centri con 6-10.000 abitanti, senza
neanche una libreria, per intenderci) purtroppo non sento soffiare quel
vento di cambiamento che spira a Milano, Napoli e nelle metropoli. E
questo mi fa pensare che di Berlusconi ci potremo anche liberare, ma di
Barbara d’Urso no. (criptico? Mica poi tanto, dai!!!).
IL CARISMA
Qui valgono considerazioni in gran parte analoghe a quelle fatte su
bipolarismo e voto utile. Il “partito personale” del premier ha perso di
brutto. Ma non ha perso, purtroppo, il personalismo della politica, né
la tendenza leaderistica e populistica (quest’ultima, sia chiaro,
declinata dagli altri attori in forme e quantità ben diverse da quelle
proprie del PDL). SeL, IdV, 5 stelle sono tutte formazioni che non vanno
immuni da questi difetti (“difetti” per me, ovvio).
I REFERENDUM
Sbaglio o nessuno dei neo eletti sindaci ha pensato di dire “bene: il
prossimo passo sono i referendum di giugno”? Magari non l’ho sentito io
(non sono ironico, ma sincero); se invece davvero non l’hanno detto,
hanno perso un’occasione (in parte scusati dalla concitazione di questi
momenti).
Beh: sono stato abbastanza breve, no?
Francesco “baro” Barilli