Ricapitoliamo.
Montanelli sarebbe un faro del giornalismo e della cultura. Almirante, quasi un padre della patria. Pino Rauti
“un intellettuale di grande spessore” (Pierferdinando Casini) che ha lasciato
“…un insegnamento, quello del necessario legame tra politica e cultura, tra azione concreta nel presente e ricerca storica, sociale, culturale” (Angelino Alfano).
Tutto questo lasciando stare il
“Mussolini ha fatto cose buone”, recentemente rispolverato da Tajani con parziale e successiva retromarcia: affermazione che in realtà, da Berlusconi in poi, è tristemente diffusa.
Ho vissuto anni in cui si parlava della “egemonia culturale della sinistra”. Effettivamente nell’invettiva di Gaber (
“Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva”) c’era forse del vero. E lasciamo stare che quell’invettiva fosse assai più complessa e addolorata nel descrivere un fenomeno e la sua disillusione: non è il momento, né il punto o mia intenzione, di affrontare lo splendido pezzo di Gaber come meriterebbe.
Il punto, semmai, è che qualcuno dovrà pur avere il coraggio di dirlo: oggi, al contrario, è la destra ad aver vinto. Tutto. E non intende lasciare spazio ad altro. Guai ai vinti, verrebbe da dire.
E il segnale lo fornisce, forse persino al di là delle intenzioni, Calenda quando critica Cirinnà per l’ormai celebre cartello
“Dio, Patria, Famiglia. Che vita di merda!”, domandando:
“pensi che liquidare tre pilastri dell’essere umano in quel modo sia intelligente?” (Calenda, su twitter).
Guardate, non voglio riaprire la discussione sul cartello di Cirinnà. Con i tempi vorticosi con cui corrono le informazioni, sarebbe una polemica già vecchia. E già altri hanno ben spiegato il condivisibilissimo messaggio che voleva dare la deputata PD. E’ un altro l’aspetto: se “da sinistra” (virgolette d’obbligo, che connotare quello di Calenda come pensiero di sinistra è davvero una forzatura) definisci Dio Patria e Famiglia addirittura
“pilastri dell’essere umano” fai un cedimento a destra che nemmeno Gaber (ancora…) avrebbe immaginato nella sua
“Destra-Sinistra”.
Sono agnostico, ma conosco persone credenti e per nulla bigotte. Sono anarchico, ma conosco chi crede nella “identità nazionale” senza essere reazionario. E appartengo a una famiglia tradizionale, che amo con tutto il cuore. Ma, per me, “pilastri dell’essere umano”, e della civiltà, sono altro. Lotta alle ingiustizie sociali, diritti per tutti e tutte, accettazione delle libere scelte di vita personali (laddove “tolleranza” è termine zoppicante, che semmai indica un primo passo su questo percorso) e via dicendo…
Dio (ossia credo religioso) Patria (intesa come sentimento di identità nazionale) e famiglia (come nucleo iniziale in cui viviamo e con cui condividiamo esistenza e sentimenti) sono elementi che connotano libere scelte di ogni individuo, nulla più. Storicamente, chi li ha visti come “pilastri” li ha poi declinati con fanatismo e su quei pilastri ha appoggiato solo una serie di atrocità.
Francesco “baro” Barilli