Un vecchio politico socialista (mi pare fosse Rino Formica – vi
sorprenderà che io citi un socialista della cosiddetta prima Repubblica,
ma passate oltre) diceva “la politica è sangue e merda”.
Dopo aver
riflettuto sulle ultime vicende italiane, tutto quello che mi sento di
dire di sensato – almeno in breve – è che ora è rimasta solo la prima.
A voler giocare con Gramsci (“il pessimismo della ragione, l’ottimismo
della volontà”) l’ottimista potrebbe dire “per fortuna non c’è più il
sangue”, il pessimista “purtroppo è rimasta solo la merda”.
Il
pensiero corre a dieci anni fa. A quello slogan “un altro mondo è
possibile” che ci ha fatto sperare, a Genova e subito dopo.
Sì, lo so che lì il sangue c’è stato. Il ricordo non ha smesso di ferirmi. Questo non toglie che quella stagione sia stata anche una breve primavera. Che forse non abbiamo compreso appieno.
Ho sempre pensato che quello slogan fosse bello ma incompleto. Un altro
mondo è possibile se sappiamo trovare un altro modo di fare politica:
niente è più lontano da questa idea di quel che stiamo vivendo in questi
giorni.
Comunque vada, sarà dura uscirne…
“... Ognuno
odia il potere che subisce, quindi odio con particolare veemenza il
potere di questi giorni. E un potere che manipola i corpi in un modo
orribile, che non ha niente da invidiare alla manipolazione fatta da
Himmler o da Hitler. Li manipola trasformandone la coscienza, cioè nel
modo peggiore, istituendo dei nuovi valori che sono dei valori alienanti
e falsi, i valori del consumo, che compiono quello che Marx chiama un
genocidio delle culture viventi… Sono caduti dei valori, e sono stati
sostituiti con altri valori. Sono caduti dei modelli di comportamento e
sono stati sostituiti da altri modelli di comportamento. Questa
sostituzione non è stata voluta dalla gente, dal basso, ma sono stati
imposti dal nuovo potere consumistico…”
(Pier Paolo Pasolini)
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